Catacombe di S. Sebastiano e di S. Callisto

“Era già Filippo giunto all’anno 29 di sua età, e avendo, siccome abbiamo veduto, perseverato in una vita più celeste, che terrena: pure anelando sempre più di avanzarsi nella perfezione, e nella grazia del Suo Signore, mentre si approssimava la Pentecoste, con umili ma veementi preghiere, supplicò il Divino Spirito, del quale era estremamente devoto (onde fatto poi Sacerdote, sempre che egli era dalle rubriche permesso dicea nella Messa a suo onore l’Orazione: “Deus, cui omne cor patet”) a volergli comunicare l’abbondanza dei suoi doni celesti. Ecco che si vidde innanzi un globo di acceso fuoco, che entrandogli immantinente per la bocca, si andò a fermare nel suo petto, come a stanza, e tempio del Divino Spirito. Qual fosse l’ardore, che provò allora il suo cuore, quale l’amoroso incendio, che felicemente avvampò la sua anima, egli solo potrebbe a pieno ridirlo, quel che è certo, che appena investito da quell’igneo, e celeste globo, fu forzato a gettarsi per terra, e sbottonarsi le vesti, fu necessitato a cercar qualche refrigerio alle sue dolci arsure: ma in darno; poiché malamente può aura esterna, e terrena temperare interni, e celesti ardori.” 

Memorie historiche di p. Giovanni Marciano

L’interesse di Filippo Neri per i più antichi monumenti cristiani, e in particolare per le catacombe, è documentato da fonti antiche. Nel primo processo di canonizzazione del sacerdote fiorentino, nel 1595, il domenicano Francesco Cardoni, frequentatore del santo, ricorda che nei primi anni della sua permanenza a Roma egli fosse solito raccogliersi in preghiera nella catacomba di S. Sebastiano sulla Via Appia: “Per dieci anni…era stato nelle grotte di S. Sebastiano, dove viveva di pane et di radiche d’herbe”. Nella Vita di S. Filippo scritta da Antonio Gallonio si legge che il santo “saepissime, apud coemeterium, quod Calixti dicitur, in oratione pernoctabat.” Questa testimonianza è confermata da padre Germanico Fedeli, il quale rammenta di aver udito più volte dalla bocca del sacerdote fiorentino che egli da giovane “andava spessissime volte, solo, di notte, alle Sette Chiese, pernottando nelle dette Chiese, et, anco nel cemeterio di Calisto, et, che, quando trovava le chiese serrate, si fermava nelli porticati di dette chiese, a far oratione, et…alle volte a leggere qualche libro al lume della luna”. Secondo la tradizione alcuni episodi della vita di Filippo Neri, come quello della tentazione da parte di tre diavoli, sarebbero avvenuti nelle catacombe. Proprio a S. Sebastiano, il giorno della Pentecoste del 1544, Filippo ricevette lo Spirito Santo sotto forma di globo di fuoco. Un episodio miracoloso che gli causò una dilatazione del cuore  e delle costole, evento scientificamente attestato dai medici dopo la sua morte. Molti testimoniarono di aver visto spesso il cuore tremargli nel petto e che, a contatto con esso, si avvertiva uno strano calore.

Foto di Marta Giacomelli a corredo della relazione 
“I luoghi  dell’apostolato romano di S. Filippo Neri” di Anna Villa

Ultimo aggiornamento il 26 Agosto 2023

Lascia un commento