Chiesa della SS. Trinità dei Pellegrini

“Fu cosa di molto esempio il vedere l’affetto grande col quale Filippo e i suoi compagni servivano a tanta moltitudine, provvedendoli nel mangiare e accomodando i letti, lavando loro i piedi, consolandoli con parole e finalmente facendo a tutti compitissima carità”.       

                            Statuti della Confraternita della SS. Trinità dei Pellegrini

Fondata da S. Filippo Neri nel 1548 a favore dei poveri e dei malati, l’Arciconfraternita dei Pellegrini e Convalescenti della SS. Trinità  nel 1558 ricevette in dono da papa Paolo IV gli edifici dell’antica parrocchia di S. Benedetto de Arenula, nota anche come degli Scozzesi, edificio menzionato già in un documento di Urbano III del 1186 che versava in condizioni molto precarie. Nel 1559 la Confraternita acquistò nei dintorni della chiesa una casa da adibire ad ospedale e ospizio. La chiesa fu demolita e quindi ricostruita su progetto di Paolo Maggi, mentre la facciata fu realizzata da Francesco De Sanctis nel 1723, ornata delle statue dei Quattro Evangelisti, opera di Bernardino Ludovisi. L’interno, a croce latina, ha un’abside dominata dalla pala d’altare di Guido Reni che raffigura la S. Trinità (1625). All’interno, tra le altre cappelle, vi è quella dedicata a S. Filippo Neri, decorata con dipinti raffiguranti diversi momenti della vita del Santo.  Nella pala d’altare è rappresentata l’estasi di S. Filippo di fronte alla Vergine col Bambino, eseguita da Filippo Bigioli di Sanseverino.

La preziosa opera di carità di Filippo Neri e dei suoi confratelli era rivolta ai pellegrini privi di aiuto e ai convalescenti dimessi dagli ospedali.  Il battesimo della Compagnia, non ancora eretta in Confraternita della SS. Trinità, si ebbe nell’Anno Santo 1550, quando essa assunse il compito di accogliere quei pellegrini che durante il loro soggiorno romano fossero privi di alloggio e di assistenza. Vennero ospitati numerosi pellegrini, qualche volta anche 600 in un solo giorno. Il regolamento stabiliva che “Pellegrini e pellegrine saranno ricevuti dall’ospizio purché non vengano lontano meno di 60 miglia”.  Nell’Anno Santo del 1575 la Confraternita accolse quasi 120.000 pellegrini e 6.000 convalescenti. I pasti forniti furono 365.000. Di solito l’ospitalità completa durava tre giorni. Alla partenza ogni pellegrino riceveva un libretto di devozione e un piccolo ricordo. L’attività della Confraternita non si esauriva solo nell’opera assistenziale ma comprendeva anche la preghiera collettiva, la comunione domenicale, gli esercizi spirituali ed i “ragionamenti”, libere discussioni su letture o soggetti edificanti che si concludevano con la visita ad una basilica. Un particolare rilievo era dato all’adorazione del SS. Sacramento in forma di Quarantore l’ultima domenica del mese.

 
Fotografie di Marta Giacomelli a corredo della relazione  “I luoghi  dell’apostolato romano di S. Filippo Neri” di Anna Villa

Ultimo aggiornamento il 26 Agosto 2023

Lascia un commento