Io trovo i miei versi intingendo il calamaio nel cielo

In occasione delle iniziative per la Giornata Internazionale della Donna nel Salone Borrominiano della Biblioteca Vallicelliana giovedì 5 marzo, alle ore 17.00, è in programma il reading Io trovo i miei versi intingendo il calamaio nel cielo dedicato alla poetessa Alda Merini. A cura di Rita Ferraro e Anna Villa.  Letture di Riccardo Fioroni dalle raccolte  Fiore di poesia, La Terra Santa, Il Suono dell’ombra. Brani musicali del gruppo vocale Il Coro Che Non C’è, diretto dal maestro Dodo Versino. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Alda Merini: “Sono nata il ventuno a primavera / ma non sapevo che nascere folle, /  aprire le zolle / potesse scatenar tempesta. / Così Proserpina lieve / vede piovere sulle erbe / sui grossi frumenti gentili  / e piange sempre la sera. / Forse è la sua preghiera”.

Scrive la poetessa: “Sono nata a Milano il 21 marzo 1931,a casa mia, in via Mangone, a Porta Genova: era una zona nuova ai tempi, di mezze persone, alcune un po’ eleganti altre no. Poi la mia casa è stata distrutta dalle bombe. Noi eravamo sotto, nel rifugio, durante un coprifuoco; siamo tornati su e non c’era più niente, solo macerie. Ho aiutato mia madre a partorire mio fratello: avevo 12 anni. Un bel tradimento da parte dell’Inghilterra, perché noi eravamo tutti a tavola, chi faceva i compiti, chi mangiava, arrivano questi bombardieri, con il fiato pesante, e tutt’a un tratto, boom, la gente è impazzita. Abbiamo perso tutto. Siamo scappati sul primo carro bestiame che abbiamo trovato. Tutti ammassati. Siamo approdati a Vercelli. Ci siamo buttati nelle risaie perché le bombe non scoppiano nell’acqua, ce ne siamo stati a mollo finché non sono finiti i bombardamenti. Siamo rimasti lì soli, io, la mia mamma e il piccolino appena nato. Mio padre e mia sorella erano rimasti in giro a Milano a cercare gli altri: eravamo tutti impazziti. Ho fatto l’ostetrica per forza portando alla luce mio fratello, ce l’ho fatta: oggi ha sessant’anni e sta benissimo. La mamma invece ha avuto un’emorragia, hanno dovuto infagottarla insieme al piccolo e portarseli dietro così, con lei che urlava come una matta”.

Il Coro Che Non C’è, diretto dal maestro Dodo Versino, è formato da ragazzi provenienti dai cori dei licei romani: Albertelli, De Sanctis, Keplero, Visconti. Il coro si è esibito in diversi programmi televisivi ed è stato invitato al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ha cantato all’Auditorium Parco della Musica per il Vokalfest 2020.

Dodo Versino nel 2003 fonda il gruppo vocale a cappella Anonima Armonisti, di cui è direttore, arrangiatore e basso. Nel 2006 fonda, assieme al fratello Michele, il coro misto Cantering. Dirige Il gruppo vocale Il Coro Che Non C’è. Il maestro Versino è anche attore e doppiatore.

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Ultimo aggiornamento il 19 Agosto 2023