Giovedì 18 maggio alle ore 17.00, nel Salone Borromini della Biblioteca Vallicelliana, si inaugura, alla presenza dell’artista “Archive/Archivio” mostra personale di Jack Sal a cura di Manuela De Leonardis che si inserisce all’interno della rassegna “Opera 00|20 a cura di Paola Paesano, direttrice della Biblioteca Vallicelliana. La mostra si avvale del patrocinio degli Incontri Internazionali d’Arte.
Il percorso espositivo è incentrato su un nucleo di un centinaio di opere fotografiche dell’artista statunitense, in cui viene esplorato il concetto di archivio come entità strutturata in rapporto all’antica biblioteca, luogo di conservazione della memoria individuale e collettiva. La scrittura con la luce a cui Sal ha dato vita, tra gli anni ’70 e gli anni ’90, attraverso le sperimentazioni di diversi materiali e tecniche fotografiche con un costante approccio concettuale del segno grafico reiterato, rimanda infatti alle pagine fitte di scrittura degli antichi manoscritti. In particolare la serie “No Title” del 1976 presenta referenze iconografiche ai testi sacri della cultura e della religione ebraica, a cui appartiene l’artista.
Del “Talmud”, di cui nel Salone Borromini si conserva l’opera “Talmud Sanhedrin et Makkoth” (testo in ebraico e latino, illustrato da Ioanne Coch Bremensi), stampato nel 1629 ad Amsterdam. Sal è interessato più che ai contenuti religiosi alle sue caratteristiche di strumento di studio delle norme etiche, giuridiche e rituali e al suo essere fondante per la letteratura, la lingua e la storia del giudaismo: “Popolo del Libro” è proprio l’appellativo usato nei secoli per designare gli Ebrei..
Al corpus di “Archive/Archivio” appartiene, in particolare, una serie di “cliché-verre” (termine francese che unisce la parola “cliché” (negativo) e “verre” (vetro): un mondo autoreferenziale in cui l’artista utilizza luce e materia per trasformare la fotografia all’interno di se stessa, dimostrando il sottile, ma profondo legame, con il mpondo fisico anche nella sua dimensione più astratta/non figurativa. Come scrive Jack Sal nel catalogo della mostra itinerante “The Photographer’s Hand” curata nel 1979 da Susan Dodge Peters: “Nella mia opera, spostandomi verso un modo più diretto di trattare la rappresentazione fotografica , ho cominciato a lavorare con un metodo non ottico. Utilizzando i miei disegni su carte traslucide, oggetti trovati e altri materiali, ho cominciato a creare matrici che ricorrono ancora al vocabolario visivo di immagini formate otticamente (fotocamera), ma mantengono una relazione più immediata con l’oggetto con cui sono state fatte”..
La mostra, che sarà aperta al pubblico fino al 16 giugno 2023, si avvale dell’organizzazione di Anna Villa, del coordinamento di Alessandra Scerrato e della collaborazione con l’associazione TraleVolte.
Ultimo aggiornamento il 6 Luglio 2023