S. Maria in Vallicella

“Chi fa il bene in Roma fa bene in tutto il mondo”

Filippo Neri

 

La chiesa di Santa Maria in Vallicella è storicamente legata alla figura di Filippo Neri (1515-1595) in quanto divenne la sede della Congregazione dell’Oratorio, riconosciuta ufficialmente da papa Gregorio XIII il 15 luglio 1575 con la Bolla Copiosus in Misericordia. Originariamente la chiesa sorgeva sull’area di una leggera depressione naturale nella pianura del Campo Marzio, considerata dai romani come uno degli ingressi degli Inferi e luogo di culto delle divinità infernali, con il nome di Tarentum.  Nel XV e XVI secolo la chiesa era nota come S. Maria al Pozzo Bianco o in Vallicella a causa di un’antica vera da pozzo in marmo bianco. Nel tempio venne conservata un’immagine miracolosa della Madonna, un affresco trecentesco in origine collocato all’esterno di una “stufa” o bagno pubblico. La tradizione vuole che nel 1535 l’immagine, colpita con un sasso, sanguinasse, divenendo così oggetto di culto. Nel 1574 l’affresco venne staccato e affidato al rettore della chiesa della Vallicella e conservato nella sacrestia.  Quando il papa fece dono della chiesa a Filippo Neri, in segno di riconoscenza per l’opera svolta,  l’edificio non era più in buono stato: l’architetto Matteo di Città di Castello ebbe l’incarico di costruire una “chiesa nuova” che, divenuta nel tempo un faro di rinnovamento spirituale e sociale, grazie all’opera di Filippo e dei suoi compagni, venne chiamata dai romani proprio con questo nome. I lavori, iniziati nel 1575 da Pietro Bartolini di Città di Castello furono proseguiti dal 1583 da Martino Longhi il Vecchio.  Filippo Neri, secondo le nuove regole tridentine, voleva un edificio grande, semplice, con bianche pareti senza variopinti affreschi, decorazioni e marmi variegati. S. Maria in Vallicella fu terminata  e consacrata nel 1599, dopo la morte del santo, mentre la facciata fu completata ai primi del ‘600.  L’interno fu disegnato interamente dal Borromini e in parte affrescato da Pietro da Cortona. Sull’altare maggiore, costruito tra il 1596 e i 1599 doveva inizialmente trovar posto una pala con la Natività d Federico Barocci, tuttavia mai eseguita. Nel 1608 vi fu collocata l’immagine miracolosa della “Madonna Vallicelliana”, che venne inserita in una pala in lavagna dipinta da Pieter Paul Rubens con una schiera di “Angeli e cherubini adoranti” disposti intorno ad una nicchia con l’immagine sacra. Questa è coperta da una lastra di rame, ugualmente dipinta da Rubens con una Madonna e Bambino benedicente, che può essere sollevata, mediante un sistema di corde e pulegge, svelando l’immagine miracolosa sottostante. Nella cappella alla sinistra dell’altare maggiore riposa il corpo di S. Filippo, che venne canonizzato nel 1622, mentre nelle stanze del Santo (le originali sono state distrutte da un incendio nel XVII secolo) sono custoditi molti oggetti a lui appartenuti e numerose reliquie. Oggi S. Filippo Neri è compatrono della città di Roma.

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